Il Gufo Rosa

Il Gufo Rosa
Sui libri digitali e non (e altre diavolerie)

26 settembre 2011

Gli eBook e le nuove professioni (di fede) - Parte II

[Sintesi per chi non ha voglia di leggere la prima puntata in cui la giovane sacerdotessa-editor E. è in trattative con il signor X. per la conversione (così dice lui) in formato ePub del catalogo di libri della sua casa editrice. Il signor X. ha l'ardire di menzionare i famigerati indiani adusi - dice sempre lui - a fare conversioni alla svelta e a basso costo. E. si perde in un'infervorata disquisizione tra sé e sé sulla mancanza di competitività di questo Paese, sulla miopia della sua classe dirigente e sul cupo avvenire di schiere di umanisti neolaureati. Poi torna su questa Terra e cerca di persuadere il signor X. a scegliere lei come cerimoniere della conversione]

Bene, affare fatto, dopo un lungo tira e molla l’editore si è convinto, affiderà la conversione a E.
Ma E., prima di mettersi all’opera, chiama l’editore:

- Buongiorno Signor X.
- Buongiorno.
- Allora siamo pronti, possiamo iniziare con la conversione, lei è pronto?
- Sì, mi pare di avervi inviato tutti i materiali…
- Bene, bene, allora procediamo, iniziamo col recitare il Credo

- Crede lei nel reflow, cioè nell’adattamento “fluido” dei contenuti alle diverse misure dei differenti schermi di tablet, ereader e computer?
Silenzio.
- Fluido?
- Sì, fluido signor X., glielo avevo spiegato, la invito a partecipare al corso di formazione e a leggere le specifiche dell’IDPF per maggiori dettagli. Ma ora non c’è tempo, se vuole dare avvio alla conversione, deve dire CREDO.
- Ah, sì, credo.

- Crede lei che “la presentazione del contenuto debba adattarsi all’utente piuttosto che l’utente debba adattarsi a una particolare presentazione del contenuto”?
- Ma come? La presentazione non la decido io?
- Non del tutto signor X. Io mi impegno a convertire i suoi libri in eBook in tempi più rapidi di quelli della luce, sfidando persino i neutrini, se le recentissime osservazioni dei ricercatori del CERN e dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dovessero essere confermate da esperimenti e misurazioni indipendenti. Ma se mi costringe a indugiare a ogni piè sospinto, non posso tener fede a tale impegno. Non crede?
- Ah, no, no, cioè sì, credo.

- Crede lei che la pagina è una cosa e lo schermo è un’altra cosa – per quanto iBooks di Apple cerchi di far sembrare le due cose coincidenti persino nell’azione di sfogliare l’eBook – e che se ci tiene a che l’impaginazione rimanga sempre la stessa su schermi grandi e piccoli e su carta non ha altra scelta che il formato PDF, in altri termini un eBook dimezzato come il visconte di Calvino, oppure il Fixed Layout ePub della Apple?
- Dimezzato? No, io voglio un visconte intero… credo.

- Crede lei che Adobe Digital Editions non è un software sufficiente per capire come saranno visualizzati e letti gli eBook della sua casa editrice e che dovrà acquistare almeno un tablet e un ereader per rendersene minimamente conto?
- Sì, sì, intendevo acquistare un iPad per mia figlia, ora mi torna comodo in effetti… comunque, senza indugi come dice lei, credo.

- Rifiuta lei l’impaginazione fissa e tutti i suoi vantaggi in termini di padronanza dell’aspetto grafico della pagina?
- No, ma… se proprio devo, credo, no, mi scusi, è che questa conversione è difficile, io non credevo. Beh se proprio devo, credo. Oddio, un’altra volta… volevo dire, rifiuto, sì, rifiuto.
- Lo so signor X., la conversione è più lunga e faticosa di quanto si pensi in giro. Ma ora siamo qui per questo…

La telefonata proseguì per un’altra mezz’ora di rifiuti, indugi, credenze e professioni di fede, finché il signor X. non fu certo di essersi convertito al digitale e ai suoi nuovi formati. Ora E. può mettersi all’opera e immergersi nella nuova storia che la lavorazione dell’eBook le sta riservando.

«Ogni libro ha una sua storia, e il libro ne ha una ancora più grande» non smette di ripetersi E.

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